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Argomento molto discusso negli ultimi anni, chi per moda e chi per vera e propria necessità. Le intolleranze sono un tema molto delicato. Oggi è diventata una moda non mangiare glutine, lattosio, ecc. Ma eliminare il glutine, in molti pazienti negli anni ha provocato carenze di vitamina B, ferro e vitamina D. Sembra strano, vero? Eppure il nostro corpo sa benissimo che noi potremmo mangiare quelle cose e ci fa andare incontro ad alcuni problemini se le eliminiamo a caso.

Ho voluto scrivere un articolo per fare un po’ di chiarezza.

Le reazioni avverse agli alimenti si suddividono in:

  • Reazioni tossiche a sostanze contenute negli alimenti come tossine e contaminanti accidentali (piombo, mercurio, pesticidi);
  • Reazioni non tossiche che possono essere immuno-mediate da immunoglobuline chiamate IgE (di questa categoria fanno parte le allergie alimentari, mentre la celiachia non è definita una vera allergia perché coinvolge le IgA) oppure non immuno-mediate (quelle che chiamiamo intolleranze alimentari).

La grossa differenza tra allergie e intolleranze è che le allergie sono una reazione anomala del sistema immunitario diretta contro uno o più alimenti. Mentre le intolleranze sono reazioni non tossiche che non coinvolgono il sistema immunitario.

Vediamole più in dettaglio.

LE ALLERGIE

Le allergie alimentari hanno una prevalenza molto bassa nell’adulto (2-4%) mentre è più alta nell’infanzia (8-10%, ma sta aumentando). Potenzialmente ogni alimento può indurre allergia in soggetti geneticamente predisposti. Le allergie più frequenti sono al latte, uova, crostacei, arachidi, pesce, soia, frutta come mela e pesca, verdure come sedano e carota. Ultimamente stanno emergendo anche le allergie al kiwi, papaia, semi di sesamo e lupino.

Esiste la cosiddetta allergia crociata: animale-animale e vegetale-vegetale. Cosa vuol dire? I soggetti allergici ai pollini sono più a rischio di allergia verso alimenti di origine vegetale (frutta, cereali, legumi, semi, verdura) mentre quelli allergici agli acari della polvere o al pelo del gatto e cane sono più a rischio verso gli alimenti di origine animale (crostacei, molluschi, lumache). Infatti, le cross-reattività più frequenti sono: betulla-mela, acari-gamberetti, lattice-frutta (kiwi, banana, castagna, avocado).

Le allergie hanno un esordio acuto, improvviso, insorge da pochi minuti ad alcune ore e può portare a shock anafilattico e morte. La reazione può essere velocizzata dall’uso di farmaci (FANS, ACE-Inibitori, beta-bloccanti) o dall’esercizio fisico.

Le manifestazioni cliniche sono orticaria, dermatite atopica, asma, gastroenterite, malassorbimento intestinale, alterazioni del ritmo cardiaco, ipotensione e collasso. Il 30% dei pazienti ha queste manifestazioni più tipiche, ma per il restate 70% è meno chiara la situazione, quindi risulta più difficile individuare che la causa di alcuni malesseri della persona sono dovuti a delle allergie.

Per diagnosticare l’allergia il medico può richiedere dei test. Ma quali test?

Il test sierologico (con prelievo di sangue) è essenzialmente uno: il RAST (Radio-Allergo-Sorbent-Test). Questo test dosa nel sangue le igE specifiche per determinati alimenti. Se il valore supera una soglia predeterminata significa che il soggetto è allergico.

Il test cutaneo più utilizzato è il Skin Prick Test, dove vengono messe delle gocce di allergene sull’avambraccio e dopo circa mezz’ora se l’allergene ha provocato una reazione allergica compare un rigonfiamento.

Molti test non hanno alcun valore scientifico e sono molto costosi quindi affidiamoci a persone esperte ed evitiamo il “fai da te”!

Grazie al risultato del test saprete l’alimento responsabile della sintomatologia. La dieta deve prevedere l’esclusione completa di tale alimento. Potete sempre prendere un appuntamento da una nutrizionista se volete una conoscenza più approfondita sull’allergene, imparare a leggere le etichette e la lista dei cibi che lo possono contenere.

Perché si diventa allergici ad un alimento? Quando il cibo arriva nell’intestino, questo deve essere scomposto nelle sue unità di base. Ad esempio, un carboidrato deve essere scisso in tanti monosaccaridi, le proteine in amminoacidi. Se passa una piccola proteina, il sistema immunitario la può escludere oppure in altri soggetti più sensibili, può scatenare una reazione allergica.

LE INTOLLERANZE

Le intolleranze alimentari hanno un esordio più lento, con sintomi meno eclatanti, la cui gravità è spesso correlata con la quantità di alimento ingerito. Si suddividono principalmente in tre categorie:

  • Reazioni a cibi ricchi di istamina (pomodori, fragole, pesce, albume d’uovo, formaggi, cioccolato). In persone molto sensibili si possono avere reazioni pseudo-allergiche.
  • Intolleranze a sostanze aggiunte agli alimenti. I principali additivi alimentari che possono dare intolleranza sono i coloranti, gli aromatizzanti come il glutammato monosodico, i conservanti e gli antiossidanti. Nella classe degli antiossidanti ci sono i solfiti-metasolfiti responsabili della cefalea da vino bianco o ad esempio i nitriti/nitrati.
  • Intolleranze dovute a deficit enzimatici. La più comune in questo caso è l’intolleranza al lattosio dovuta al deficit dell’enzima lattasi o l’intolleranza al fruttosio che non prevede il deficit di un enzima digestivo ma di un trasportatore a livello del duodeno. In tutti e due i casi, questi zuccheri che non vengono assorbiti raggiungono il colon, dove vengono scissi dalla flora batterica in acidi grassi a catena corta, anidride carbonica e idrogeno, con conseguente gonfiore, dolore addominale e diarrea. Il test più utilizzato in questi casi è il Breath Test all’idrogeno (HBT) dopo carico orale di lattosio o fruttosio a seconda dei casi.

Inizialmente, come per le allergie bisogna escludere completamente l’alimento dalla dieta, in cui ci deve essere assolutamente un miglioramento dei sintomi, altrimenti la diagnosi è errata. Dopo una fase di miglioramento si passa alla reintroduzione. È un passaggio molto delicato, anche in questo il “fai da te” non è consigliato. Portarsi dietro alcune intolleranze (da cui si potrebbe guarire) per anni potrebbe danneggiare gravemente il nostro corpo. È importante ricordare che se ad esempio avete fenomeni di diarrea il corpo non riesce ad assorbire tutti i nutrienti che introducete e potreste andare incontro a carenze di micronutrienti. Inoltre viene compromesso tutto il sistema di motilità intestinale con danni a lungo termine.

Tutto questo per dirvi una cosa: non improvvisiamo sull’alimentazione, è un sistema più complesso di quanto si pensi! Non togliamo alimenti a caso, seguiamo sempre la regola di scegliere cibo di alta qualità e di variarlo il più possibile. Se invece ci fa male qualcosa, andiamo alla radice del problema: se lo dobbiamo eliminare non ci sono scuse, è un alimento vietato e non ci sono eccezioni! Se il problema è più complesso, come il caso delle intolleranze, prepariamoci a seguire un percorso un po’ più lungo. Alcune volte i casi sono semplici e si risolvono in poco tempo, altre volte le intolleranze possono essere manifestazioni del nostro corpo che richiedono qualche attenzione in più, forse perché non gli dedichiamo abbastanza tempo.

Ricordiamoci che il nostro corpo ci ospiterà per tutta la vita, prendiamocene cura!

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